Artista eclettico che ha passato numerose fasi, è attivo dagli anni ’60, di cui ricordiamo anche la partecipazione ad un progeetto prog, gli “Osage Tribe”. Ci concentriamo però sui suoi inizi, pur non potendo esimerci dall’inserire alcuni brani molto conosciuti pubblicati successivamente, che lo vedono pubblicare una trilogia di album “Fetus”, “Pollution” e “Sulle corde di Aries”, che lo avvicinano alla scena sperimentale e d’avanguardia, anche per l’uso di un sintetizzatore VCS3. I primi due sono considerati i suoi migliori dagli amanti del prog. Con il terzo album, “Sulle corde di Aries”, il suono si sposta verso uno stile maggiormente d’avanguardia, come nella lunga suite Sequenze e frequenze. Seguiranno “Clic”, “M.lle le gladiator”, “Franco Battiato” ed altri lavori ancora di carattere sperimentale / d’avanguardia, fino al successo commerciale nel 1979 con “L’era del cinghiale bianco”, (singolo ed album). Da lì una sfilza di successi, sia di brani che di album; uno su tutti forse il suo brano migliore della seconda parte della carriera, “La cura”, e la notorietà anche internazionale, fino alla pubblicazione del 2019 del disco “Torneremo ancora”.

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Il progetto Samurai of Prog si deve all’italiano Marco Bernard, stanco di recitare un ruolo di secondo piano (dopo aver militato in diverse formazioni), abbandona la scrivania per imbracciare nuovamente il basso dando vita al gruppo con i finlandesi Kimmo Pörsti e Steve Unruh. Nel 2011 pubblica nel 2011 l’album “Undercover”, con tanto di katana e ideogramma “Samurai” in copertina. Il disco è composto da cover di alcuni grandi classici del prog. Molti artisti della scena prog internazionale parteciperanno alla realizzazione del disco. Nel 2013 arriva “Secrets Of Disguise”, un doppio album che come il precedente contiene una manciata di composizioni originali e una cospicua selezione di cover di brani prog. Seguiranno altri lavori, tra cui “The Imperial Hotel”, nel 2014, “Lost and found” nel 2016, fino all’ultimo “Gulliver”, quest’anno. Buon ascolto

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La formazione piemontese della Locanda delle Fate si affacciò sulla scena discografica italiana nel 1977, con l’uscita del loro primo e unico album “Forse le lucciole non si amano più”.

Lo stile del lavoro è collocabile nella tradizione del rock progressivo italiano ed ottenne un buon successo di critica ma non commerciale. Dopo aver pubblicato alcuni singoli tra il 1978 due singoli nel 1978 ed il 1980 il gruppo si sciolse.

Tra la fine degli anni ottanta e l’inizio degli anni novanta il progressive e il neoprogressive italiani iniziarono ad avere nuovamente un proprio pubblico e nel 1993 venne pubblicato un il disco “Live”, tratto da una registrazione del 1977.

Nel 1999 poi il secondo album, “Homo homini lupus”. Nel 2012 poi “The Missing Fireflies” (Le lucciole mancanti) ovvero quei brani, finora inediti nella versione studio, che non poterono trovare posto sul primo disco e “Live in Bloom” (edizione solo in vinile). Il 10 ottobre del 2016 la band annuncia sulla sua pagina ufficiale Facebook la volontà di chiudere definitivamente la propria carriera al termine di un ultimo tour (Farewell Tour 2017) in occasione del quarantennale de primo disco e nel 2018 pubblicano infine il box, uscito in diverse versioni, “Lucciole per sempre”.

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Formatosi in Svezia nel 2013 AGUSA è un quartetto prog, inizialmente composto da Tobias Pettersson (basso), il chitarrista Mikael Ödesjö, il batterista Dag Strömkvist e infine Jonas Berge sull’organo. Durante le prove nell’estate del 2013 sono andati in campagna per celebrare alcune jam session in un posto chiamato Agusa, e da lì il nome della formazione. In autunno sono entrati in studio per registrare il loro debutto “Högtid”, che è stato rilasciato all’inizio del 2014, composto da cinque autentici brani progressivi retrò anni ’70, con un lavoro di organi strabiliante e un vero e proprio fondamento psichedelico nella vena di Moonwagon, Hypnos69 e Astra. Seguiranno “Tva” nel 2015, il live “Katarsis” nel 2016 ed “Agusa” nel 2017.

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Eugenio Finardi nasce a Milano nel 1952, con la musica probabilmente nel dna; infatti la madre american è una cantante ed insegnante lirica ed il padre un tecnico del suono. Trascorre l’adolescenza tra l’Italia e l’America e sul finire degli anni ’60 decide di rimanere in Italia (per questa decisione scriverà il brano “Dolce Italia”), muovendosi nelle scene del rock milanese. Forse la sua musica non è ascrivibile al progressive ma nei suoi primi lavori, dai quali abbiamo estratto la playlist odierna, produce per l’etichetta Cramps degli ottimi album rock con influenze prog e jazz-rock, lontana dal tipico stile cantautorale degli anni ’70., tuttavia i testi toccano tematiche politiche e sociali. Il nel 1975, “Non gettate alcun oggetto dai finestrini”, con all’interno la cover rock della canzone folk “Saluteremo il signor padrone”. Il successo arriverà l’anno dopo, con l’album “Sugo” che include due delle sue canzoni più famose, “La radio” e “Musica ribelle” Quindi “Diesel del 1977”, dove compare “Non Diventare Grande Mai” Dalla collaborazione con la band Crisalide, che vede tra i componenti Mauro Spina, Ernesto Vitolo e Stefano, nasce nel 1978 l’album “Blitz”. Seguiranno altri album con una svolta maggiormente commerciale ed il cantautore propone tuttora musica dal vivo.

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Gli Atomic Rooster si formarono nel 1969 su iniziativa di Vincent Crane e di Carl Palmer (poi con E.L. &P.), entrambi provenienti dai Crazy World. di Arthur Brown. Con l’inclusione di Nick Graham, il trio pubblica il primo album “Atomic Roooster”, considerato il loro miglior lavoro. La musica è riconducibile a un certo rock duro con risvolti mistici e occulti. Nello stesso anno pubblicano il secondo lavoro, “Death Walks Behind You” e l’anno dopo “In Hearing of Atomic Rooster”. Nel 1972 è la volta di “Made in England” e nel 1973 “Nice ‘n’ Greasy”. Il gruppo quindi si scioglie e nel 1980 Crane e con altri cambi di formazione pubblicano il quinto album omonimo e nel 1983 il settimo ed ultimo album in studio “Headline News” Nel 1989 Crane si suicida nel giorno di S. Valentino.

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Gli Ibis sono stati un gruppo musicale di rock progressivo nato dalla scissione dei New Trolls, avvenuta nel 1972 ed attivi tra il 1973 ed il 1975. Dopo l’insuccesso di “Searching for a Land”, ci fu l’allontanamento di Vittorio De Scalzi dai New Trolls. Nel successivo album, infatti appare in uno solo degli otto brani. La formazione era dunque composta da Nico Di Palo, Salvi, Belleno e Laugelli. De Scalzi però ritenendosi detentore del nome aprì una causa contro i suoi ex compagni. Nel momento di pubblicare il primo album “Canti d’innocenza canti d’esperienza”, il gruppo cercò un nuovo nome ma non riuscendoci sulla copertina venne stampato un grosso punto interrogativo in copertina indicando semplicemente i propri nomi di battesimo e venne così attribuito a Nico, Gianni, Frank e Maurizio pur essendo il primo disco degli Ibis. Dopo l’abbandono di Belleno, il gruppo ha finalmente un nome, ideato da Salvi, Ibis, l’uccello simbolo di Akh, ed incide il secondo lavoro, “Sun supreme”. Con un altro cambio di formazione nel 1975 sarà pubblicato l’ultimo LP, “Ibis”. Parallelamente, gli stessi componenti del gruppo avviarono anche il progetto della band fantasma Tritons, che incideva esclusivamente cover in lingua inglese.

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I Gong sono un gruppo di rock progressivo fondato dall’australiano Daevid Allen, in precedenza con i Soft Machine. Il loro stile è catalogato come space rock e legato alla scena di Canterbury. Una delle caratteristiche del gruppo è l’anticonformismo dei suoi membri e la variopinta “mitologia” messa in scena nei testi. Hanno ruotato intorno al gruppo principale Gong un grande numero di formazioni e gruppi paralleli (Pierre Moerlen’s Gong, Planet Gong, Euterpe, New York Gong ecc.) che complessivamente sono noti come la Gong Global Family. Attivi tuttora hanno inciso molti dischi tra i quali ricordiamo “Camembert Electrique”, “Angel’s egg”, “You” e “Flying Teapot” L’ultima uscita è “The universe also collapses” del 2019, anno nel quale è uscito anche un box di 12 cd ed un dvd dal titolo “Love from planet Gong”.

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Quella Vecchia Locanda è un gruppo musicale romano che si forma a Monteverde nei primi anni settanta e che suona un rock progressivo a tratti sinfonico. Il primo periodo di attività del gruppo, che va dall’inizio del 1970 fino alla metà del 1972, è occupato da una intensa attività dal vivo riscuotendo un discreto successo. Nel 1971 un loro pezzo viene selezionato per la compilation di rock progressivo intitolata Progressive Voyage. Nel 1972 viene pubblicato l’omonimo album d’esordio del gruppo. Il disco è un concept album con frequenti passaggi sinfonici a sottolineare le atmosfere sognanti e fiabesche dei testi. Frequenti sono i fraseggi voce-piano di ispirazione classica ed evidenza del flauto secondo lo stilema caro agli inglesi Jethro Tull. Nel 1974 viene pubblicato il secondo album, “Il tempo della gioia” con un suono più ricercato del precedente, con un pianoforte in evidenza, ma è meno ispirato rispetto al precedente ed il riscontro del pubblico e della critica sono inferiori. Le difficoltà di ricavarsi uno spazio nel mercato porta il gruppo allo scioglimento. Buon ascolto

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I Colosseum sono un gruppo britannico di progressive rock, con elementi jazz e blues che, nel repertorio, trovano ampio spazio in lunghe suite di grande pregio. Il gruppo si formò a Londra nel 1968 sotto la guida di Jon Hiseman. Gli altri membri fondatori della band originaria sono Dick Heckstall-Smith e Tony Reeves. Dave Greenslade fu inserito immediatamente dopo e la formazione fu completata da Jim Roche. Il primo album, “Those Who Are About to Die Salute You”, è del 1969, così come il successivo, “ Valentyne Suite”, prima pubblicazione per la Vertigo Records. Nel 1970 escono il terzo ed il quarto album, “The grass is greener” e “Daughter of Time”. Nel marzo 1971, prima dello scioglimento, il gruppo regista alcuni concerti da cui sarà tratto un doppio album “Colosseum Live”. Nel 1975 Hiseman riformò la band con il nome di Colosseum II, con un orientamento maggiormente rivolto alle sonorità jazz-fusion. Successivamente ci sono state altre reunion, fino alla pubblicazione nel 2014 dell’album “Time on our side”. Buon ascolto

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